Si è concluso da qualche mese il Dottorato di ricerca della dr.ssa Francesca Grandi che la nostra Associazione ha sostenuto, grazie al vostro contributo, in questi ultimi 3 anni. Il nostro impegno nella ricerca non si ferma e con grandissimo orgoglio vi comunichiamo che abbiamo deciso di finanziare una nuova borsa di studio della durata triennale (2017-2018-2019) sul tema “Atresia delle vie biliari: diagnosi precoce e ricerca di nuovi possibili marcatori”.
Entra a far parte della grande famiglia di Associazione Puzzle il dr. Enrico La Pergola, che sotto la supervisione del prof. Piergiorgio Gamba, condurrà per i prossimi tre anni un percorso di ricerca sull’atresia delle vie biliari, una malattia fibro-infiammatoria obliterativa e progressiva delle vie biliari, che colpisce neonati e lattanti nei primi 3 mesi di vita e che, se non trattata, conduce inevitabilmente alla cirrosi e all’insufficienza epatica.
Abbiamo chiesto al dr. La Pergola di presentarsi e di spiegarci in cosa consisterà la sua ricerca, che risultati si attende e dove troveranno applicazione: benvenuto Enrico e grazie a tutti voi!
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D. Chi è Enrico La Pergola?
R. Sono un medico nato trentadue anni fa a Catania che ha la passione dei cani, del calcio e della cucina; vivo e risiedo a Padova da quasi sei anni.
D. Che cosa ha studiato e di cosa si occupa?
R. Dopo avere conseguito il diploma di maturità scientifica nella mia città natale, mi sono trasferito a Bologna dove nel 2010 ho conseguito la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia discutendo una tesi sviluppata su una malformazione congenita intestinale, il Morbo di Hirschsprung, presso il Great Ormond Street Hospital di Londra. L’anno successivo ho iniziato il mio percorso di specializzazione presso l’Università degli Studi di Padova conseguendo il titolo di Specialista in Chirurgia Pediatrica nel 2016. Durante gli anni della specializzazione presso la Chirurgia Pediatrica di Padova, sotto la direzione del Prof. G.F. Zanon prima e del Prof. PG. Gamba dopo, ho svolto attività assistenziale in sala operatoria, nel Reparto, negli Ambulatori e presso il Pronto Soccorso Pediatrico.
Durante il quinquennio di specializzazione ho approfondito lo studio delle patologie malformative congenite e, a partire dal 2013, ho rivolto la mia attenzione allo studio di quelle di pertinenza del fegato e delle vie biliari. Tale interesse mi ha portato durante il mio ultimo anno di formazione specialistica a frequentare la Chirurgia Pediatrica del King’s College Hospital di Londra, Centro altamente specializzato nella ricerca, diagnosi e trattamento delle malattie congenite del fegato e delle vie biliari, sotto la supervisione del Professor Mark Davenport. Tale periodo ha avuto come risultato la stesura della mia tesi di specializzazione dal titolo “Cytokeratin-20 expression in Biliary Atresia: a possible developmental marker”.
D. Cosa la spinge a dedicarsi alla ricerca?
R. L’interesse per la ricerca risale agli ultimi anni degli studi accademici in cui ho avuto la fortuna di frequentare uno dei più grossi Centri di ricerca pediatrica d’Europa ovvero l’Institute of Child Health di Londra. Gli anni di specializzazione sono stati rivolti perlopiù alla ricerca clinica oltre alla formazione “sul campo”. Credo che l’esperienza in tali ambiti rappresenti ormai un bagaglio necessario per la completa formazione di un Chirurgo Pediatra. Per tale motivo ho colto al balzo l’opportunità di affrontare un percorso di dottorato che mi desse la possibilità di approfondire le competenze in ambito di ricerca clinica e sperimentale pur continuando a svolgere la mia attività di chirurgo pediatra.
D. Su quale argomento verte la sua ricerca?
R. L’argomento principale del dottorato di ricerca è l’atresia delle vie biliari ovvero una malattia del fegato e delle vie biliari che colpisce neonati e lattanti entro i primi tre mesi di vita e che, se non trattata tempestivamente, conduce inevitabilmente alla cirrosi e all’insufficienza epatica.
Il progetto di studio prevede due argomenti di ricerca:
D. Che risultati si aspetta dal suo studio?
R. L’atresia delle vie biliari è una patologia che purtroppo è per molti versi sconosciuta sia per quanto riguarda le cause che per quanto riguarda gli esiti. Quello che mi aspetto dalla ricerca immunoistochimica è la validazione di una metodica che permetta di dividere i pazienti in base alla severità della malattia e quindi avere un orientamento sugli esiti a breve e lungo termine.
La prognosi e l’efficacia dell’intervento correttivo dell’Atresia delle Vie Biliari dipendono dalla precocità della diagnosi e quindi del timing chirurgico. L’obiettivo della mia ricerca clinica è quello di istituire una metodica di screening che permetta una diagnosi quanto più precoce possibile.
D. Dove ed in che modo potranno essere applicati i risultati della sua ricerca?
R. Se i risultati dovessero essere quelli sperati ed attesi, verrebbero prima applicati all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Padova per essere successivamente estesi sul territorio regionale e nazionale.