La Befana in reparto…colpisce ancora!

La Befana in reparto…colpisce ancora!

Anche quest’anno la nostra affezionata amica Befana è venuta a portare giochi e dolcetti ai piccoli pazienti della Chirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova! Non poteva certo deludere i nostri piccoli amici! Della Befana si sa quasi tutto ormai: ha un nasone lungo e un mento aguzzo, vola di casa in casa a cavallo di una scopa, porta il carbone ai bimbi capricciosi e i dolcetti a quelli buoni, non porta i regalini se non lasciate appesa una calza la notte prima del suo arrivo ed è ghiotta dello spuntino che le lasciamo sul tavolino per rifocillarsi un pò… Ma qualcosa ancora non sapete…

Infatti dietro a quegli occhialoni un pò storti e rovinati che indossa la nostra Befana, si nascondono due occhi di dolcezza infinita e un cuore grande come il mondo: è la “nostra” Alice, che ogni anno si traveste da Befana e insieme a noi porta un sorriso in reparto.

Quest’anno, oltre alla sua presenza al blitz del 6 gennaio, ci ha regalato il suo racconto di quei minuti vissuti accanto ai bimbi, delle emozioni che trasmettono e dei sorrisi che è riuscita a strappare e che le sono rimasti nel cuore.

Grazie Alice e buona lettura a voi!

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Da molti anni faccio la Befana per i figli degli amici, per i vicini, per le persone che mi conoscono, per la scuola materna di mia sorella…. Una comparsa nata per scherzo che ora si è trasformata in appuntamento fisso.

Quando 3 anni fa Mara mi ha chiesto a settembre (ripeto a settembre) “verresti a fare la Befana in reparto per Associazione Puzzle?” sono rimasta un po’ allibita, mi sono sorte mille preoccupazioni, mille dubbi… e ho iniziato a pensare “perché l’ha chiesto a me? Sarò all’altezza? Cosa dovrò dire?” ma alla fine ho deciso di provare questa fantastica esperienza.

Tengo a sottolineare che sono una persona con una scarsa organizzazione e quando ogni anno mi arriva il messaggio a novembre con scritto: “ci sei quest’anno per la Befana?” ciò che penso è: “non so nemmeno cosa farò stasera… figuriamoci il 6 gennaio!”. Ciò fa riflettere perché ci sono persone come Caterina, Mara & co che programmano i blitz in reparto mesi prima, figuriamoci quanta energia, quanto impegno e quanto tempo ci mettono per preparare tutti gli eventi e per raccogliere i fondi… una sola parola può definirle: “ instancabili”!!!

Per questo sfoggio con orgoglio la maglia dell’Associazione Puzzle per correre o per fare palestra… forse spero che un po’ della loro grinta mi contagi (anche se per ora non è proprio così)… chissà se in futuro potrò metterla per manifestazioni più importanti!!!!

Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa dell’esperienza di quest’anno ma, non lo so, forse dovrei iniziare dalla mia prima volta (dicono che la prima volta non si scordi mai…)…

Non dimenticherò mai il mio primo incontro da Befana nel reparto di Chirurgia pediatrica con una ragazza nella stanza in fondo al reparto, forse una deIle pazienti più grandi, avrà avuto 14 anni circa. Immediatamente pensai: “iniziamo bene, ora cosa le racconto?”, ovviamente con lei era inutile parlare di Babbo Natale o del potere della mia scopa volante così cercai di parlare del più e del meno cercando di strapparle un sorriso, quasi inutilmente, era così triste che non riuscivo a penetrare nella sua corazza. Un po’ rammaricata la salutai e continuai il giro… con gli altri bambini andò meglio: presi un po’ di coraggio, iniziai a giocare con loro e a intrattenermi con loro…  magari all’inizio soprattutto i bimbi più piccini erano un po’ timorosi (di certo vedere la Befana non è come vedere una principessa..) e poi invece pian piano riuscii a strappare loro un sorriso, una parola, a volte una stretta di mano per i più timorosi….  dei piccoli gesti che li rendevano forti!

Quella prima volta ricordo che tornai a casa con un po’ di rammarico per non essere riuscita a strappare un sorriso alla ragazza triste. A distanza di un po’ di ore mi arrivò un messaggio della mia collega che mi diceva che sua nipote le aveva raccontato entusiasta che mentre era ricoverata era andata a trovarla una Befana truccata benissimo… così scoprii che la ragazza triste era proprio la nipote della mia collega e che, nonostante non si fosse sbilanciata, aveva apprezzato la nostra presenza… ah, ora posso dire che è una bellissima ragazza sorridente!!!

Perché ho scelto di collaborare a questo progetto? O meglio perché ho deciso di “metterci la faccia” (anche se non proprio la mia vera faccia…)? Ho deciso di collaborare perché conosco una bambina che 31 anni fa circa passò molto molto tempo in ospedale e sapete cosa ricorda dell’ospedale? Questa bambina ricorda solo di essersi svegliata da un’operazione e di aver chiesto subito alla mamma il temperino fatto a aeroplanino che alcuni volontari le avevano regalato qualche giorno prima dopo aver fatto una tombola per intrattenere gli “ospiti del reparto”.

Questa bambina ricorda di aver ricevuto da alcuni volontari un cane di peluche  che chiamò UAU (era molto fantasiosa); UAU abbaiava quando gli si schiacciava la testa,  UAU era diventato il suo inseparabile amico, il suo rifugio quando qualcosa non andava, UAU ha girato l’Europa in camper e abbaiava quando durante la notte la bambina si girava, UAU ha superato mille battaglie: nel corso degli anni ha perso il naso, le orecchie, tutta l’imbottitura interna ma la nonna della bambina è riuscita a rimetterlo quasi a nuovo… ovviamente ora non abbaia più e non è bello come un tempo ma UAU è il ricordo più forte dell’ospedale di questa bambina ormai cresciuta… l’ospedale ora è solo il ricordo del posto dove la bambina ha incontrato UAU, quello che per anni è stato il suo migliore amico che le faceva passare ogni paura!!!

Credo che grazie all’Associazione Puzzle tanti bambini crescendo ricorderanno l’ospedale solo per aver ricevuto i peluches dei personaggi Disney, per aver ricevuto un grande unicorno, per aver visto i supereroi, le principesse, per aver fatto i dolci e, speriamo in positivo per aver visto la Befana…. Tutto il resto, tutte le sofferenze, le cose negative verranno cancellate come è successo a quella bambina.

Per questo a gran voce dico: “Grazie ragazze, continuate così. State facendo un lavoro meraviglioso e sicuramente state aiutando tanti genitori e state rendendo felici tantissimi bambini! I bambini sognano ancora, credono ancora nelle fate…  voi riuscite a far sognare quei bambini più sfortunati e ad alleviare le loro sofferenze. GRAZIE per avermi resa partecipe!

Alice Francato (La Befana in reparto)