Da diversi anni la nostra “Psicologa in reparto” Benedetta Bonato occupa ormai un ruolo chiave al fianco di genitori, piccoli pazienti e medici per portare supporto, confronto, conforto o un semplice sorriso.
Situazioni non sempre facili, genitori accompagnati ad una “nuova rinascita” nel loro percorso forzato in Reparto accanto ai loro piccoli, blitz pieni di colori e risate e tanti sorrisi, testimonianze nelle Scuole per far capire il valore del volontariato già da bambini o ragazzi. Basta un piccolo gesto per fare del bene a chi ci sta accanto. Anche in questi mesi in cui le attività in reparto hanno cambiato pelle, per continuare ad esserci, con tutti i mezzi consentiti.
Un anno da “Psicologa in reparto”, raccontata dalla nostra Benedetta!
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Da dove iniziare? In questi giorni di quarantena…o sessantena o quello che sarà, cerco di raccogliere le idee per raccontarvi l’ultimo anno trascorso con Puzzle nel reparto di Chirurgia Pediatrica.
Mi viene l’istinto di dividere il periodo in Pre-Covid eCovid, non per aumentare le emozioni del periodo, ma perché sono cambiate le modalità di contatto e di lavoro. Vi racconto:
Pre Covid- è stato un periodo di grande ripresa, di intensità e di contatto con molte famiglie note e tanti nuovi piccoli amici e grandi genitori. Ci sono stati molti ragazzi, anche grandi, che hanno avuto bisogno e voglia di essere ascoltati, accompagnati anche in scelte e decisioni complesse sulla loro salute. Ci sono stati genitori che hanno dovuto prendere decisioni sui loro figli con coraggio, forza e determinazione. E’ sempre stato fondamentale l’appoggio dei medici e di tutto il reparto per decisioni ponderate e condivise, anche con spazi di libertà personale. Il famoso Empowerment che è tanto caro all’Approccio PFCC ( Person and Family Centered Care).
Un nucleo importante di lavoro è stato svolto con i genitori di piccolissimi, arrivati direttamente dalla Terapia Intensiva Neonatale dopo ricoveri lunghi e già interventi fatti dall’equipe. Il passaggio in reparto è un momento importante per loro. Segna l’inizio vero di una relazione 24 h su 24, come ogni genitore si aspetterebbe nella normalità, ma complicata dalla gestione di strumenti, supporti in cui sono stati preziosi sempre gli insegnamenti e la presa in carico globale di tutti i professionisti. Il passaggio da molti è stato poi valutato come un nuovo mondo, un mondo di transizione verso la casa, anche nei momenti di intoppo, di andate e ritorni.
Le emozioni esplodono ed il sostegno è prezioso nel contenerle perché spesso si trasformano in sfoghi, fatiche, legate sempre a tante paure e preoccupazioni. Un ruolo fondamentale, per me, è stato guidare ogni genitore ad una “nuova nascita” dei loro piccoli e della loro figura genitoriale – diversa da quella attesa, per alcuni anche una sorpresa alla nascita – Mi è stata molto utile anche la “Psicologia Positiva” che guarda alle risorse di ognuno e le prende in considerazione anche se, nel momento, specifico, sembrano crollate. Non è solo una “pacca sulla spalla” e un dire “andrà tutto bene”, anzi…è essere presenti, in ascolto, riconoscere ed essere pronti alle difficoltà e agli imprevisti, proattivi e cercare di mettere in positivo le risorse di ogni genitore, anche quelle che sembrano rendere più complesso il percorso. Sono molti i piccoli che abbiamo visto crescere in lunghi ricoveri e ora…il cellulare è pieno di foto di aggiornamenti crescita dalle loro case, finalmente!
Un grande impegno con l’Associazione è stato il percorso di incontro e formazione con le scuole che hanno richiesto interventi per sensibilizzare i ragazzi al volontariato e alla solidarietà.
Qui serve un applauso a Puzzle per dare risposta a queste richieste e credere fortemente nel creare momenti con piccoli e più grandi di coinvolgimento, gioco e allegria finalizzati al comprendere il lavoro in reparto, ma soprattutto i modi in cui ognuno può iniziare a contribuire nell’aiuto verso l’altro. Siamo passati dalle elementari alle medie, attraverso il Valsugana Rugby.
Da ogni esperienza sono nate collaborazioni con Puzzle e desideri di creare e aiutare. Da parte nostra sono state giornate ricche e, soprattutto, divertenti. Abbiamo giocato, ballato con loro e abbiamo raccontato, ognuno per la sua parte, cosa facciamo in reparto. Ogni incontro è terminato quasi in un grande gruppo di ascolto e supporto in cui la nostra presenza è stata importante nell’ascoltare i racconti che poi sono nati da ogni bambino….una gara a chi è stato di più in ospedale! Anche con racconti intensi e volti noti. Abbiamo riscoperto modalità di approccio e di gestione del dolore e del distacco anche con il supporto di maestre e orsi di peluche ricoverati prima del nostro arrivo. Una magia da “Ospedale dei Pupazzi”., che sogno di riprendere…
Covid- non è facile questo periodo! Ecco…Lo dico subito. Non è facile perché , da marzo, non siamo presenti in reparto di persona e le attività di Puzzle si sono ridotte, non bloccate perché ne sono state inventate di ogni. E proprio in questo periodo, ci sono stati interventi importanti in reparto e meno possibilità di sostegno efficace in presenza. Ognuno di noi ha trovato un modo per continuare ad essere presente. Come per lo studio privato, sono stati attivati canali telefonici , chat, video chiamate.
Con Puzzle sono stati molti i video prodotti per rallegrare e far sentire la vicinanza ai ricoverati. Personalmente il cellulare è “bollente” di foto, telefonate, messaggi di aggiornamento di chi è in reparto e di chi è a casa e sa anche di dover tornare. Non è il massimo per me che credo nella presenza empatica, nel contatto –se richiesto e gradito- nel guardarsi negli occhi e stringersi le mani, ma questo ci sta insegnando nuovi modi e soprattutto ad accettare i limiti, riconoscerli e renderli funzionali! Almeno ci stiamo provando…..
Tutto ciò con un grande desiderio di tornare presto, attivi sul campo con ancora più intensità e PRESENZA, in tutti i sensi. Grazie a tutti, davvero, a Puzzle con la sua super President e tutti , a Fabio e Francesca con cui si crea e ci si confronta, ai ragazzi Junior Camp, grandi risorse ed inestimabili scoperte, grazie al Professor Gamba e a tutti i medici, a Bertilla, roccia e guida sicura, a tutti gli infermieri, Oss e tutti che non avete mollato un attimo e siete presenti con impegno e cuore.
Benedetta Bonato
Psicologa